Novembre 2022, Anno XIV, n. 11
Elisa Molinari
L’immaginifica Fisica
Telos: Nanoscienze e nanotecnologie, cosa sono? Come sono presenti nella nostra vita quotidiana? E nella nostra ‘biologia’?
Elisa Molinari: Si occupano del comportamento della materia –tutta la materia– sulla scala dei milionesimi di millimetro: i nano-metri, appunto. È la scala di definizione dei migliori chip che già troviamo nei nostri cellulari o computer, e della dimensione trasversale del DNA o piccole proteine. Una scala speciale perché è quella delle interazioni tra elettroni, atomi, molecole o superfici, che determinano le caratteristiche macroscopiche dei materiali, dal colore alle proprietà elettriche e termiche. Qui nascono fenomeni inattesi, e iniziano molti processi che controllano i dispositivi artificiali ma anche le funzioni biologiche: da quelle “benefiche”, come la fotosintesi, a quelle indesiderate che portano, per esempio, all’insorgere di malattie neurodegenerative. ...continua
Editoriale
Anno della scienza il 2022 per PRIMOPIANOSCALAc. Anzi l’anno della fisica. Dopo il premio Nobel Parisi, abbiamo l’onore di ospitare nel nostro numero di novembre, la Prof. Elisa Molinari, brillante, audace, immaginifica scienziata, capace di cambiare il mondo con la sua ricerca. A Molinari abbiamo chiesto sin da subito di raccontarci del suo settore di ricerca di elezione: le nanoscienze. Ce lo spiega in modo semplice e chiaro. Non solo ci dice di cosa si tratta, ma anche a cosa servono: “La nostra ricerca punta a capire questi processi a partire dalla fisica quantistica –fondamentale su quella scala– a progettare nuovi materiali e fenomeni, e immaginare nuove tecnologie.” La parola immaginare appare straordinaria nella bocca di una scienziata, che crediamo sempre relegata a cercare, al massimo, di comprendere e catalogare i fenomeni. Invece no, Molinari e gli scienziati dei laboratori da lei diretti, i fenomeni li progettano. La parola immaginare ricorre nell’intervista. Quando le chiediamo quale sia stata la più grande sfida da affrontare, Molinari mette da parte le esperienze internazionali e risponde “Immaginare e poi veder crescere un laboratorio pieno di giovani, ricercatrici e ricercatori… ”
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