Questo sito prevede l‘utilizzo di cookie. Continuando a navigare si considera accettato il loro utilizzo. Ulteriori informazioniOK
Vai al contenuto

Telosaes.it

Direttore responsabile:
Maria Palazzolo

Editore: Telos A&S srl
Via del Plebiscito, 107
00186 Roma

Reg.: Trib. di Roma 295/2009 del 18 settembre 2009

Diffusione: protocolli
Internet - Isp: Eurologon srl

A member of the Fipra Network
Socio Corporate di American Chamber of Commerce in Italy

SocialTelos

Gennaio 2025, Anno XVII, n. 1

Nicola Brighi

Gli Indomabili Fratelli

Ma, guarda caso, l’animale che ci è apparso come il più simile a noi è stata proprio la capra. Un essere curioso e ribelle, difficilmente domabile.”

Telos: Lei e suo fratello Lorenzo avete percorso due carriere diverse. Lei direttore commerciale dell’industria di serramenti di famiglia, Lorenzo quella del musicista jazz. E poi è arrivata la pandemia... che cosa è accaduto?

Nicola Brighi: È accaduto che la nostra vita è cambiata, come quella di molti altri. Per fortuna la nostra è cambiata in positivo, ma non senza sacrifici. Mio fratello Lorenzo viveva a Bologna e il Covid, come lui diceva ‘lo ha lasciato a terra.’ Non si è tirato indietro e ha persino raccolto mele in Trentino, e ha fatto il woofer in un allevamento. Mentre io continuavo ad occuparmi dell’impresa di serramenti di famiglia. Poi però abbiamo preso il coraggio a due mani e, complice l’amore e il rispetto che grazie a nostro nonno abbiamo maturato per la nostra terra, ci siamo lanciati in questa avventura. Seguendo il consiglio di un nostro amico di famiglia, Paride, che ha un’importante azienda vinicola, abbiamo acquistato 3 capre in attesa di pargoletti, e le abbiamo fatte pascolare nei campi intorno a casa, a Legnanone, vicino a San Leo, in Romagna. Da lì è partito tutto, e oggi, la nostra azienda, ‘Il Satiro’, si estende per oltre 50 ettari nel comune di Novafeltria. Qui alleviamo capre, e ultimamente anche bovini, e produciamo formaggi di alta qualità.

Perché le capre?

Quando abbiamo iniziato a pensare al nostro progetto, il primo passo è stato quello di osservare la Natura. In maniera umile, quasi mettendoci negli occhi della natura che osserva sé stessa. Solo così la visione può risultare nitida, a fuoco. Osservando la natura ci siamo accorti che il territorio in cui siamo è particolarmente vocato all’allevamento delle capre, perché si tratta di pascoli misti, e nei quali c’è molto arbusto. E le capre gradiscono molto le essenze legnose, le loro foglie e giovani rami. Ma anche perché il mercato del formaggio di capra sta vivendo una crescita guidata dai suoi benefici per la salute, ad esempio la sua alta digeribilità, e i nutrizionisti lo mettono sempre più spesso all’interno delle diete. Sono quindi più di uno i motivi che ci hanno fatto propendere per la capra.
Ma, guarda caso, l’animale che ci è apparso come il più simile a noi è stata proprio la capra. Un essere curioso e ribelle, difficilmente domabile, che sa stare in gregge, ma a differenza della pecora, ha una sua testarda personalità… ed è incredibilmente affettuoso, sensibile e intelligente: rappresenta la spinta direi ‘rivoluzionaria’ che ci ha mosso per il progetto.

Perché i pascoli sono così importanti?

Basta guardare il vello delle nostre capre ed ecco la risposta. È particolarmente lucido, a dimostrazione di quanto siano sani i nostri animali. Le alleviamo su pascoli non coltivati, caratterizzati da una straordinaria biodiversità, un sacco di essenze e fiori che innanzitutto permettono agli animali di star bene: pascolando, infatti, possono scegliere quelle che più gradiscono. Il modello che abbiamo adottato è molto semplice: le capre si nutrono direttamente dal suolo, migliorando la propria salute e quella del terreno. Così abbiamo anche eliminato l’uso di antibiotici e quindi questo 'metodo' ha conferito ai formaggi un alto valore nutrizionale: sono ricchi di polifenoli, antiossidanti e acidi grassi benefici, con un ottimo equilibrio tra omega-6 e omega-3. La nostra azienda si trova a circa 450 metri sul livello del mare, i nostri pascoli –prati stabili e arbusti– sono collinari. In estate facciamo pascolamento nel bosco, dove le temperature sono più basse, e quando le risorse finiscono alimentiamo gli animali con fieno che arriva dai prati stabili secolari del monte Carpegna, a oltre mille metri. Stagione dopo stagione, i formaggi cambiano, in virtù della diversità aromatica delle essenze erbacee di cui si alimentano gli animali: sembra un ossimoro, ma se il prato è stabile i formaggi non sono mai uguali.

Avete deciso che il mercato dei prodotti della vostra azienda agricola Il Satiro sarà quello locale. Una scelta controcorrente quella di non entrare nel mercato internazionale. Come mai?

I motivi principali sono due. Innanzitutto non ce lo possiamo permettere, non è facile portare avanti dal nulla un’azienda con le caratteristiche che abbiamo descritto prima. Di grande aiuto è stata l’aggiudicazione di un bando per giovani agricoltori della Regione Emilia Romagna, finanziato con i fondi europei, FEASR, grazie al quale abbiamo abbattuto i costi di ristrutturazione delle stalle, che oggi sono quasi del tutto automatizzate. Ma i costi continuano ad essere una preoccupazione. E poi, esportare significa anche inquinare e per noi quello della sostenibilità ambientale è un aspetto imprescindibile. D’altro canto si può internazionalizzare anche in un altro modo. Ad esempio facendo in modo che prodotti come i nostri entrino nel circuito dell’ospitalità, e siano così conosciuti dai turisti che visitano il nostro Paese. Grazie agli alberghi, ai ristoranti e ai negozi del territorio troverebbero il loro naturale sbocco. Stiamo lavorando in questo senso, e cerchiamo di far conoscere e apprezzare il nostro prodotto sul territorio, il suo valore deve essere riconosciuto in prima battuta dove è prodotto. Poi, grazie agli alberghi, ai ristoranti e ai negozi del territorio troverà il suo naturale sbocco. In fondo chi viaggia cosa desidera, di cosa è sempre alla ricerca? Di scoprire cose uniche, originali e buone!   

Marco Sonsini

Editoriale

Sin dalle prime notizie che lo riguardavano il nuovo coronavirus ci parve subito pericoloso e inquietante. Tuttavia, quando cominciammo a preoccuparcene senza che ciò cambiasse la nostra vita di sempre, mai avremmo pensato che in poche settimane avrebbe sconvolto il mondo intero, la vita di ciascuno, mettendola a soqquadro. C’è chi, come Nicola Brighi e il fratello Lorenzo, ha deciso che non si poteva uscire da un’apocalisse del genere ritornando alla vita di prima e mettendosi alle spalle quella che hanno vissuto in quegli anni, sì anni. Non si poteva, perché non hanno voluto a liberarsi delle nuove vibrazioni del loro io maturate nella lunga solitudine. E, giocoforza, hanno messo in discussione le loro vite, cogliendo la grande fragilità che, diciamo pure inaspettatamente, hanno dimostrato le nostre società, le società avanzate dell’avanzato Occidente: hanno deciso di percorrere un’altra pista, quella del ritorno alla natura, dello sviluppo sostenibile. Hanno cambiato vita per… produrre formaggio! Sono diventati allevatori e casari, che lavorano, duramente ma felicemente, nelle colline dell’Appennino romagnolo. La produzione casearia della loro azienda agricola “Il Satiro” racconta sapori autentici e paesaggi incontaminati, ma anche della scelta della piccola scala che porta all'altissima qualità. Sono stati in grado di ricucire il tessuto sociale di luoghi, campagne o borghi, mantenendoli vivi, creando anche un nuovo legame fra l'entroterra e le città. Da piccoli, i due fratelli andavano in campagna dal nonno, tutto deve essere nato da lì…  Nicola vende l'appartamento in centro a Rimini e, compra una casa e i primi terreni in collina, poi subito dopo sono arrivate la stalla e le loro amate capre -scoprirete leggendo l’intervista il perché di questa scelta. Sono partiti da un'idea precisa: fare qualcosa di buono per le loro vite, ma anche per l'ambiente e per tutte le persone che gravitano intorno alla loro azienda. E ovviamente ottimi prodotti. La loro bellissima storia, le sfide che hanno dovuto affrontare, la filosofia che nutre il loro lavoro, il loro impegno, sono raccontati nella nostra intervista, in maniera semplice e godibile. Senza iperboli, né vanterie. Eppure di cose delle quali vantarsi ce ne sarebbero moltissime. Ne cito solo una: sono stati tra i primi ad essere selezionati per far parte dell’ultimo, nuovissimo, progetto di Slow Food, il Presidio dei prati stabili e dei pascoli: un progetto importante per la rinascita delle terre alte, la rigenerazione della pianura, la conservazione della biodiversità e la promozione di un metodo di allevamento amico del clima, della terra, degli animali e della nostra salute. I formaggi prodotti dai Brighi, come quelli degli altri 30 allevatori e casari che aderiscono al progetto, custodendo i pascoli e alimentando i propri animali con erba e fieni di prato stabile, hanno in etichetta il logo del Presidio Slow Food: caci con caratteristiche organolettiche e nutrizionali uniche! Ma non si sono fermati alle capre e ai loro formaggi, da poco allevano anche vacche da carne di una pregiatissima razza, la limousine, e hanno una piccola produzione di olio EVO biologico. La domanda che ci poniamo è, cosa avranno in serbo per noi in futuro? Vista la loro giovane età, unita al loro piglio, credo molto e per molto tempo.
Con Nicola diamo il via alla nuova grafica delle copertine di PRIMOPIANOSCALAc. Nel 2025 ritornano i colori storici di Telos A&S: rosso, nero e bianco. L’identità dell’intervistato è rivelata per metà dal suo volto e per l’altra metà da una sua citazione tratta dall’intervista.
Il suo nome è scritto con l’Abril Fatface, un elegante carattere ispirato ai manifesti pubblicitari europei del XIX secolo. Speriamo vi piaccia!

Mariella Palazzolo

Nicola Brighi

Nicola Brighi insieme al fratello Lorenzo ha fondato ‘Il Satiro’, un’azienda agricola nella quale producono formaggi di capra di alta qualità: ricotta, caprini freschi, anche aromatizzati al pepe e fiori di sambuco, un cremoso a crosta fiorita, caciotte a latte crudo con diversi livelli di affinate nei modi più diversi, tra i quali fieno di montagna, pepe, vinacce, tè affumicato, fiori di sambuco essiccati.... Il Satiro fa parte del nuovo presidio Slow Food Prati stabili e pascoli.
Dopo la laurea in Lettere, a Bologna, Nicola diventa direttore commerciale nell’industria di serramenti di famiglia e per sette anni ha girato l’Europa, come una trottola, siglando appalti di serramenti nell’edilizia. Ci confessa che il primo lockdown lo blocca “dopo sette anni di corsa furiosa: mi sono reso conto che quella vita non mi corrispondeva. Lo avvertivo da tempo ma quando si è lanciati sulla giostra si fatica a scendere. C’è voluto il mondo congelato dal Covid per farmi intuire che potevo ancora cambiare. Nel giro di quattro mesi ho venduto l'appartamento comprato a Rimini. Una scelta controcorrente a fronte di due figli piccoli.” Nicola, forte della sua esperienza commerciale, si concentra sulla parte amministrativa e di vendita. Il fratello minore, Lorenzo musicista eclettico, coniuga diversi stili musicali: si è laureato al conservatorio jazz di Bologna. Attualmente suona nel gruppo "Tai paz e i poteri forti" che si è esibito in diverse parti d'Europa. Cura le capre, si occupa della mungitura quotidiana, e anche della produzione di formaggio. Ha frequentato l'Accademia internazionale di arte casearia di Carlo Piccoli e ha girato l'Italia a visitare altri allevatori di capre e casari.
Nicola e Lorenzo sono nati a Rimini e hanno, rispettivamente 33 e 31 anni.

Marco Sonsini