Novembre 2019, Anno XI, n. 11
Anna König Jerlmyr
La Sindaca per la Qualità della Vita
"In Svezia crediamo nel principio di sussidiarietà, un principio in base al quale le decisioni devono essere prese al livello più vicino possibile a coloro che ne sono interessati."
Telos: In Italia, ogni volta che si parla dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio, viene utilizzata l’espressione, suggestiva, di Sindaco d’Italia. Questo sembra suggerire che un Sindaco abbia più potere di influire nella vita quotidiana dei propri cittadini persino di un Capo di Governo. Vale anche per la Svezia?
Anna König Jerlmyr: Come Sindaca di Stoccolma ho la totale responsabilità di garantire che l’esercizio di tutte le funzioni del Comune di Stoccolma risponda ai suoi doveri. Il Comune è responsabile di tanti e diversi campi della vita quotidiana, come ad esempio le scuole, l’assistenza agli anziani, la manutenzione dei parchi e delle strade e molto altro ancora. In Svezia vige un principio di autogoverno comunale in base al quale sono numerose le funzioni decentrate, e i Comuni dispongono di un ampio margine di manovra per assumere decisioni riguardo a molte questioni. Qui crediamo nel principio di sussidiarietà, un principio in base al quale le decisioni devono essere prese al livello più vicino possibile ai cittadini che ne sono interessati. La parte più importante e gratificante del mio lavoro da Sindaca è la possibilità di migliorare le condizioni di vita dei miei concittadini in modo davvero significativo. Fornire ai nostri bambini ed ai nostri anziani l'istruzione e le cure di qualità che meritano, contribuire attivamente a costruire una società più inclusiva, con pari opportunità per tutti, e assicurarsi che i nostri cittadini possano sentirsi sicuri e protetti all’interno degli spazi pubblici. Per questo ho scelto di occuparmi di politica a livello locale, e trovo questo lavoro davvero appagante. Il Primo Ministro svedese ha lo stesso impatto? Non saprei dirlo!
La crisi del sistema dei partiti è stata molto probabilmente l’origine del sentimento anti-politico diffuso a livello globale. Una teoria che appare, tuttavia, meno vera nella relazione tra cittadini e Sindaco. È d’accordo?
L’esperienza quotidiana del mio incarico di Sindaca mi permette di mantenere una relazione stretta con gli elettori e con i cittadini. Per ogni 'eletto' è importante conservare la fiducia dell’opinione pubblica. Nel corso di quest'anno ho incontrato imprese e cittadini di ogni quartiere di Stoccolma per ascoltare le loro preoccupazioni, i loro suggerimenti e le loro speranze. Insieme, costruiremo la città del futuro. Va inoltre sottolineato, come ho già fatto altre volte, che con i partiti populisti, di estrema destra, anti-immigrati e nation-first che avanzano in tutta Europa e sono ora al governo in Austria, Norvegia e Finlandia, un sentimento anti politico potrebbe sì diffondersi anche nel nostro Paese, ma a livello nazionale. Non è questo il caso infatti della Città di Stoccolma, dove lavoriamo per fare in modo che tutti i cittadini partecipino, attivamente, alla vita pubblica.
Il 15 ottobre del 2018 è stato il suo primo giorno di lavoro da Sindaca di Stoccolma. Quando decise di candidarsi per questo incarico aveva certamente una sua visione per il futuro della città. È passato un anno, periodo troppo breve per tracciare un bilancio, tuttavia sufficiente per comprendere cosa potrà di fatto realizzare e cosa no. Visione e realismo corrispondono? E se si, come?
L’anno scorso molto è stato fatto insieme ai nostri partner di coalizione, ma ancora tanto resta da fare. Nel corso del nostro primo anno abbiamo abbassato le tasse, investito in misure di sicurezza e garantito che la nostra città fosse quanto più pulita possibile. Le nostre prossime sfide consisteranno nell'assicurare la costruzione di nuovi alloggi, nel continuare a mantenere bassa la disoccupazione e nel rendere Stoccolma una città attraente per tornare ad investire, oltre a fare la nostra parte nella lotta contro il cambiamento climatico. Diverse città europee hanno adottato obiettivi climatici molto più ambiziosi dei loro governi nazionali - e noi siamo pronti a lavorare con tutti i livelli di governo per costruire un'Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Per orientare l'innovazione verso pratiche che guidino un reale cambiamento sociale, è necessario che le città svolgano un ruolo chiave negli Accordi che vengono stilati con questo scopo. Attualmente – come ho detto all'evento 'Stoccolma e la battaglia per il talento globale' - stiamo lavorando per attirare, a Stoccolma, Università internazionali come Harvard o il MIT. Per questo vogliamo attivare un programma di marketing, come fanno molte città internazionali. Sarebbe davvero utile. L’obiettivo è innalzare gli standard della qualità della vita a Stoccolma. Tutto questo mi sembra abbastanza realistico.
In Italia, quando si parla di società ideali, di amministrazione pubblica efficiente o di integrazione, tra gli esempi ai quali fare riferimento il Nord Europa è sempre in cima alla lista. Perché Stoccolma dovrebbe essere presa a modello?
Stoccolma è una città moderna, e tra quelle europee è una tra le città in più rapida crescita, con un’economia vasta e dinamica. Qui la qualità della vita è elevata, grazie ai buoni livelli di assistenza sanitaria e di istruzione, e ad una burocrazia efficiente. L’integrazione è una priorità per il Comune, ed è perciò importante che il settore pubblico e il settore privato collaborino per creare nuovi posti di lavoro. Imparare la lingua svedese è fondamentale per integrarsi ed entrare a far parte della nostra società. Ma Stoccolma è molto più che semplicemente un luogo. È uno stile di vita. La nostra città è da sempre nei primi posti in classifica come una delle più innovative d'Europa e penso che lo si possa vedere e percepire ovunque si vada. Dall'impronta indelebile che la musica e il design hanno lasciato nella nostra città, alla mente immaginifica di autori come Astrid Lindgren e Stieg Larsson, fino all'accoglienza dei nostri cittadini e alla loro volontà di guardare avanti e provare cose nuove.
Marco Sonsini
Editoriale
Comprendere cosa è accaduto in Svezia dopo le elezioni del settembre 2018 non è semplice, e un, seppur breve, approfondimento è necessario. Nello stesso giorno si sono tenute sia le elezioni nazionali che quelle locali. Una svolta che in Svezia, paese modello del welfare e della competitività, vede una crescita dei sovranisti locali. Ad esempio, la nuova destra anti-migranti (Sverige Demokraterna, SD, guidata dal giovane leader Jimmie Akesson, che si è trasformato in uno xenofobo in doppiopetto) ha raggiunto, in Parlamento, quasi il 18% per cento dei voti. Un voto che rende chiaro come sarebbe stato difficile a chiunque governare senza tenere conto delle proposte degli SD: respingimenti in massa, frontiere chiuse, parola al popolo sul futuro dei rapporti con l’Unione Europea. Ma cosa accade a Stoccolma? Nella città della nostra intervistata Sindaca di questo mese, la coalizione di centro-sinistra al potere, composta dai socialdemocratici, dal partito della Sinistra, dal partito dei Verdi e dall'Iniziativa Femminista, pur risultando ancora il blocco politico più grande, ha perso la maggioranza. Anna König Jerlmyr leader in città dei Moderati, un partito fondato 1904 da un gruppo di conservatori nel Parlamento svedese, che nel 1970 abbandona le posizioni della destra nazionalista e arriva, in tempi più recenti a posizioni di conservatorismo liberale, riesce a formare il governo della città in pochissimo tempo, portando dalla sua parte il partito dei Verdi locale. Altro piccolo passo indietro, nel 2004, in Svezia era stata fondata la coalizione l'Alleanza per la Svezia, che raccoglie i quattro partiti non-socialisti (gli stessi Moderati, i Liberali, il Partito del Centro e i Cristiano Democratici), nel 1979, il Moderaterna divenne il partito più grande della coalizione e nel 1986, fu eletto il nuovo capo Carl Bildt, portò, nel 1991, il partito alla vittoria elettorale, per diventare nel 1994, primo ministro. Proprio questa coalizione ha ottenuto, nel 2018, la quasi maggioranza nel Consiglio comunale di Stoccolma, e l’Alleanza supera, a livello nazionale, anche se di pochissimo, la coalizione uscente dei socialdemocratici-verdi. Eppure mentre in città l’abile Anna König Jerlmyr riesce a formare immediatamente il governo e ad essere eletta Sindaca dal Consiglio comunale, a livello nazionale accade l’imponderabile: per la prima volta nella storia il Parlamento della Svezia non concede la fiducia ad un nuovo primo ministro, Ulf Kristersson, il 54enne, leader dello stesso Partito Moderato della König. Cosa è accaduto? L’Alleanza si è spaccata quand’è venuto fuori che Kristersson aveva cercato l’appoggio esterno degli Svedesi Democratici, e a quel punto sia il Centro che i Liberali hanno tolto il loro appoggio e Kristersson si è ritrovato con i voti, insufficienti, del suo partito, dei Cristiano Democratici e degli Svedesi Democratici. A distanza di ben 4 mesi dal voto, nel gennaio 2019, si forma il governo nazionale, con una maggioranza che riunisce alcuni partiti dei due blocchi tradizionali in una Grande coalizione inedita con Socialdemocratici, Verdi, il Partito di Centro e i Liberali. Qual è stato quindi, tra i due esponenti dei Moderati, il politico più abile? Tutta questa lunga premessa per dimostravi chi è Anna König Jerlmyr. In questo anno di governo, la nostra Sindaca di novembre, ha ottenuto già importanti risultati: ha abbassato le tasse, investito in misure di sicurezza, e garantito che la città fosse quanto più pulita possibile. Tutto quello che gli Italiani sognano possa accadere nelle loro città. Certo Stoccolma partiva già da un’ottima situazione, ad esempio pochi giorni addietro è risultata la terza città al mondo per qualità dell’aria, subito dopo Brisbane e Salvador. Non è certo questo un risultato che si può raggiungere in pochi mesi. Ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare gli enormi problemi sociali che la Svezia ha affrontanto negli ultimi anni, e che hanno toccato profondamente la capitale. La Svezia è il paese europeo che ospita il maggior numero di rifugiati in rapporto alla popolazione. Secondo dati elaborati da UNHCR, e riferiti al 2016, durante l’apice della crisi dei rifugiati siriani, la Svezia ha toccato la punta di 23.4 rifugiati ogni 1000 abitanti. Nel 2015 sono state registrate più di 160mila richieste di asilo. Storicamente, la Svezia ha sempre promosso politiche di apertura per incoraggiare il processo di integrazione delle popolazioni straniere residenti attraverso l’occupazione. Tuttavia, a partire dagli anni duemila, emerge come quelle politiche non siano state sufficienti ad evitare l’emersione di fenomeni tipici di altre città europee: come ad esempio i quartieri-ghetto abitati quasi esclusivamente da stranieri, dove si registrano crescenti tassi di disoccupazione e microcriminalità. Nel maggio del 2013 scoppiano rivolte popolari nei sobborghi di Stoccolma, dove per 5 notti consecutive la popolazione locale si solleva e si trova impegnata in violenti scontri con la polizia. Come titolerà la BBC: le rivolte di Stoccolma accendono un faro sull’ineguaglianza in Svezia. Tutta questa tensione culmina il 7 aprile 2017, quando sulla via pedonale di Drottninggatan, in pieno centro, un camion travolge la folla uccidendo 5 persone. È l’attentato di Stoccolma di un richiedente asilo di origini uzbecke la cui domanda era stata respinta, e che dichiarerà di aver agito in nome dell’ISIS. Il nuovo governo svedese ha adottato sin da subito un atteggiamento più rigido sul tema dell’integrazione. Ad esempio, nel programma di governo è prevista l’introduzione di un esame di lingua svedese obbligatorio come requisito per ottenere la cittadinanza. E la stessa König definisce, nella nostra intervista, la conoscenza della lingua svedese come l’elemento cardine per l’integrazione. Stoccolma è e sarà sempre una città ‘aperta ed inclusiva’, come sostiene la Sindaca, una città che accoglie e dà il benvenuto a tutti, e nella quale la politica locale lavora ‘per fare in modo che tutti i cittadini partecipino, attivamente, alla vita pubblica’, questo è certo! A dispetto della violenza e degli estremismi.
Il simbolo che abbiamo scelto per la nostra copertina è il cavallo rosso di Dalahästar. Stoccolma ha tanti simboli, a partire dall’alce, fino alle corna dei vichinghi. Il cavallo Dala, questo il nome in italiano, ha origini antichissime. Secondo alcuni sarebbe ispirato a Sleipnir, il cavallo di Odino, ma diversamente da Sleipnir non possiede otto zampe. Un'altra leggenda apocrifa vuole che sia diventato giocattolo nazionale nel 1716 quando i soldati leali a Re Carlo XII, acquartierati nella regione di Dalarna, iniziarono ad intagliare i giocattoli come dono per i loro ospiti. Eppure primi riferimenti alla vendita dei cavalli di legno risalgono a quasi 400 anni fa, più precisamente al 1623, quando si dice che gli artigiani, visto il freddo glaciale che colpisce la Svezia nel periodo invernale, davanti ai propri camini, con un coltellino, intagliassero il legno di risulta degli orologi a pendolo, per farne giocattoli ai propri figli. L'odierno cavallo Dala è ancora un oggetto lavorato a mano, in legno di pino. Almeno nove persone differenti contribuiscono con la loro abilità alla creazione di ciascun cavallo. Il cavallino è accompagnato da un verso degli ABBA, dalla loro canzone 'I am the city', che proviamo a tradurre in 'Sono la città, gli hotel famosi e i cocktail e i divertenti odori e il tumulto, le macchine e le persone, i parchi e le piazze che vedi, tutti i suoni che pensi e l'aria che respiri sono io'. Nessun dubbio che stessero parlando di Stoccolma.
Mariella Palazzolo
Anna König Jerlmyr è stata eletta Sindaca di Stoccolma nel settembre 2018. Con grinta e determinazione, Anna guida una coalizione politica verde-blu. "Abbiamo scelto di entrare in una coalizione verde-blu" ha dichiarato e ha aggiunto che la decisione è stata presa dopo "negoziati produttivi e intensi con l'obiettivo di trovare una maggioranza stabile e di lungo termine". Quando il Partito dei Verdi ha accettato di governare la Città di Stoccolma con i partiti dell'Alleanza di centro-destra, c’è stata una vera e propria rivoluzione politica. La Sindaca König, per il futuro della città, punta sull'innovazione e la sostenibilità, con l’intento di creare opportunità di crescita e innalzare la qualità della vita dei suoi cittadini. Attualmente la König è anche Presidente di EUROCITIES e, lo scorso luglio è entrata nel comitato direttivo di C40, della quale è Vice Presidente in rappresentanza del gruppo delle Innovator Cities. C40 è una rete globale di grandi città che operano per sviluppare e implementare politiche e programmi per la riduzione dell’emissione di gas serra e dei danni e dei rischi ambientali causati dai cambiamenti climatici. In precedenza è stata parlamentare del Riksdag svedese dal 2006 al 2010, per poi entrare nel Consiglio Comunale di Stoccolma nel 2010. È stata Vice Sindaca per gli affari sociali e Presidente dell'Autorità di Polizia di Stoccolma fino al 2014. Dal 2014 al 2018 è stata Vice Sindaco di opposizione, sempre nelle fila del Partito Moderato. Moderata Samlingspartiet, letteralmente "Partito della Coalizione dei Moderati" o "Partito dell’Unità dei Moderati " è un partito liberal-conservatore.
Nata a Uppsala nel 1978, ha una formazione in economia e comunicazione.
Marco Sonsini
SocialTelos