Marzo 2020, Anno XII, n. 3
Alexandra Phillips
La Sindaca Cerimoniere
"Il Sindaco è il primo cittadino di Brighton & Hove e riveste un importante ruolo, anche se semplicemente cerimoniale, sia all’interno che al di fuori della città. Questo ruolo differisce da quello dei Lord Mayor o di alcuni Sindaci, come il Sindaco di Londra, che viene eletto. Il Sindaco di Brighton & Hove non è direttamente eletto dai cittadini e quindi non ha alcun potere esecutivo".
Telos: In Gran Bretagna il termine Sindaco è usato per indicare posizioni diverse. Quale differenza passa, ad esempio tra il Sindaco di Londra e quello di Brighton & Hove, carica che Lei ricopre?
Alexandra Phillips: Come sa, il Sindaco è il primo cittadino di Brighton & Hove e riveste un importante ruolo, anche se semplicemente cerimoniale, sia all’interno che al di fuori della città. Questo ruolo differisce da quello dei Lord Mayor o di alcuni Sindaci, come il Sindaco di Londra, che viene eletto. Il Sindaco di Brighton & Hove non è direttamente eletto dai cittadini e quindi non ha alcun potere esecutivo.
Il termine mayor deriva dal francese maire, capo del governo della città. Fu il Municipal Corporations Act del 1885 a confermare il ruolo del Sindaco come primo Cittadino del Borough e capo cerimoniale del Consiglio, sebbene la legge attribuisca al Sindaco pochi poteri amministrativi. Nel 2000 il governo laburista, guidato da Tony Blair, approvò una riforma del governo degli enti locali che ha cambiato in qualche modo il sistema. Sono adesso numerosi i distretti dell’Inghilterra ad avere Sindaci direttamente eletti, dotati di poteri reali e di una Giunta per assisterli. Il primo Sindaco ad essere stato “eletto” nel Regno Unito è stato, nel 2000, il Sindaco di Londra Ken Livingstone, il secondo Boris Johnson e infine, nel 2016, Sadiq Khan. Dal 2000 l’area della Grande Londra si è anche dotata di una “Autorità della Grande Londra” (Greater London Authority) guidata dal Sindaco di Londra. Questa carica è diversa da quella storica e onorifica del Lord Mayor di Londra e il ruolo che ne promana ha caratteristiche regionali e strategiche del tutto estranee ai compiti tradizionali dei precedenti organismi di governo locale in Inghilterra.
Un’altra figura importante è il Sindaco Metropolitano. Solo nel Maggio 2017, un certo numero di aree ha eletto un Sindaco Metropolitano per la prima volta. Un Sindaco Metropolitano viene eletto direttamente dai cittadini e presiede un’Autorità Combinata, che ha acconsentito ad un Devolution Deal (Accordo di Decentramento). Le Autorità Combinate raggruppano molti Enti Locali. Un Sindaco Metropolitano direttamente eletto avrà poteri e responsabilità per prendere decisioni strategiche. Per il momento, sette gruppi di città hanno raggiunto un accordo con il governo nazionale su un “devolution deal”, e hanno così eletto i loro primi Sindaci Metropolitani. Alcune Autorità Combinate che hanno eletto il loro Sindaco Metropolitano nel 2017 hanno anche un Sindaco. Liverpool, per esempio, ha anche accettato di avere un Sindaco Metropolitano per l’intera città metropolitana. Allo stesso modo, Doncaster, come parte della Città Metropolitana di Sheffield, ha già un Sindaco ma ha preso parte alle elezioni per il Sindaco Metropolitano.
Lei è la Sindaca di Brighton dal Maggio 2019, la più giovane a ricoprire tale carica. Quando è stata nominata ha detto “Mi voglio concentrare sulle donne, i bambini e le minoranze”. Oltre a queste, quali sono le sfide che Brighton & Hove sta affrontando e quali soluzioni immagina per questi problemi?
A Brighton & Hove ci sono ovviamente sfide che devono essere affrontate e che hanno caratteristiche dissimili rispetto a quelle degli altri comuni della costa. I nostri confini geografici limitano la disponibilità di terra per lo sviluppo, e ci impongono così di trarre il più possibile dallo spazio che abbiamo a disposizione, che ormai è per lo più situato lungo la striscia di costa. L’infrastruttura vittoriana che si estende sul lungomare rappresenta una sfida unica: è costosa da mantenere ed è situata in un ambiente difficile; i Victorian Arches sostengono un tratto di 1.5 km della A259, la principale arteria stradale Est-Ovest.
Le automobili private restano l’unico modo per andare da est a ovest sul lungomare. Questo fatto limita la possibilità per residenti e turisti di spostarsi in città in modo efficiente, crea un ingorgo di autobus nella strada parallela al centro cittadino e limita la possibilità di rendere economicamente sostenibili i progetti attualmente in fase di sviluppo sul lungomare.
Gli ultimi anni hanno visto un aumento significativo dei senzatetto nella città; la nostra città ha uno dei tassi di senzatetto più alti del Regno Unito. Questo rappresenta un problema e ha un grande impatto sulle risorse e sul turismo.
Brighton & Hove, come molti altri comuni della costa, ha un tasso peggiore della media di morti e suicidi per droga (eroina e morfina), un tasso che è sopra la media. Il Comune ha una strategia locale e un piano d’azione annuale per prevenire i suicidi, che è riuscito a far diminuire il numero di decessi.
L'aumento della diffusione dei veicoli elettrici privati e il soddisfacimento della domanda di punti di ricarica sono limitati dagli spazi. La connettività 5G è urgentemente necessaria per la città per capitalizzare su nuove infrastrutture come i veicoli autonomi, in particolare nel trasporto pubblico.
Il turismo continua a essere un valore aggiunto per l’economia di Brighton & Hove – nel settore lavora una persona su cinque nel territorio, per un reddito di circa 160 milioni di sterline. Tuttavia, il livello salariale resta relativamente basso e il territorio ha, tra tutti i comuni del Regno Unito, uno dei livelli più bassi di potere di acquisto nel settore immobiliare, dato che il prezzo medio di una casa è quasi 11 volte più alto del salario medio.
Brighton & Hove vede una grande presenza di imprese sociali, con 2300 organizzazioni del terzo settore e 6900 persone che vi lavorano. L’approccio pionieristico del Consiglio Comunale nell’interagire con le comunità e fornire loro servizi è stato dimostrato dal successo della campagna di crowdfunding per il restauro di Madeira Terrace che ha raggiunto, in 6 mesi, il suo impegnativo obiettivo.
Lei è stata Membro del Parlamento Europeo, nei Verdi, per il Sud Est dell’Inghilterra dal 2019 al 31 Gennaio 2020… il giorno della Brexit. Cosa Le mancherà e cosa non Le mancherà di Bruxelles?
Venerdì 31 gennaio è stato il mio ultimo giorno al Parlamento Europeo. Quando sono stata eletta per la prima volta a maggio, avevo sperato che avremmo avuto 5 anni per fare la differenza, quindi è stato tremendo dovere lasciare così presto.
Bruxelles era diventata una seconda casa e il Parlamento era diventato una sorta di seconda famiglia. Cosa più importante però è che, comunque, i Verdi hanno conseguito una serie di importanti vittorie negli ultimi mesi – ce ne siamo andati facendo il botto. Ma ci si chiede quanto di più avremmo fatto se solo avessimo avuto più tempo.
Le cose che mi mancheranno:
1. Il mio staff. C'è voluto qualche mese ma avevo finalmente formato un dream team, e doverci separare mi ha spezzato il cuore. Sono tutti giovani e dinamici quindi non ho alcun dubbio che avranno carriere straordinarie altrove. Mi sarebbe piaciuto trascorrere più tempo insieme.
2. I miei colleghi. Nel gruppo Verdi/EFA, ci sono tantissimi parlamentari fantastici e trascinatori, molti dei quali sono divenuti miei grandi amici. Andavo spesso a cena a Bruxelles con il mio collega Magid Magid, per esempio, ed è sicuramente una cosa che mi manca.
3. Lingue e culture diverse. Era bello camminare per i corridoi o fare la fila per il caffè e ascoltare tutte quelle lingue diverse. Mi faceva davvero sentire parte di qualcosa di più grande.
4. Parlare francese ogni giorno. Ho frequentato l'università a Parigi e sto crescendo mio figlio insegnandogli a parlare francese, ma adoravo lavorare in un posto nel quale ero in grado di arricchire il mio vocabolario ogni giorno.
5. Fare la differenza nella vita delle persone comuni. Prima di diventare una parlamentare europea, ero consigliera comunale per i Verdi (e lo sono tuttora) e ho sempre amato la possibilità di fare cambiamenti reali a livello locale. Come Europarlamentare però, ho lavorato su questioni e leggi che incideranno su milioni di persone e ho costruito un gruppo trasversale per lavorare sul Green New Deal.
Le cose che non mi mancheranno:
1. Viaggiare su e giù da Bruxelles ogni settimana. A volte l’unica cosa che desideri fare è dormire nel tuo letto.
2. Essere lontana da mio figlio e da mio marito. Indubbiamente la cosa più difficile di questo lavoro è stata quella di lavorare lontana dal mio piccolo per metà settimana quindi non vedo l’ora di poter trascorrere molto più tempo con lui.
3. Vegana al Parlamento Europeo. Anche se Bruxelles ha alcuni adorabili caffè vegani, ho avuto difficoltà nel trovare qualcosa da mangiare durante un’impegnativa giornata di lavoro e ci sono state volte che ho scelto un’insalata per scoprire, solo dopo, che c’erano cubetti di formaggio o di salame. Amo cucinare a casa e semplicemente non riuscivo a farlo.
4. Non avere una vita sociale. Poter fare cose semplici come andare a fare shopping o a cena con gli amici, occasioni che non siano in realtà incontri politici informali.
5. Non poter guardare la BBC o Channel 4. Ero famigerata per andare in ufficio di notte per potermi godere il programma della BBC Question Time!
Si dice che Lei sia la “coscienza radicale del Partito dei Verdi del Regno Unito”. Cosa significa e da dove nasce questa definizione?
Tutto è iniziato quando sono diventata la più nota tra i dissidenti di sinistra all’interno del Partito dei Verdi di Brighton & Hove, quando i Verdi guidavano il Consiglio Comunale, in un’amministrazione controversa e tumultuosa. E la cosa è continuata da quando sono diventata una Europarlamentare, a maggio.
Il mio account Twitter è un canale di riferimento per la sinistra radicale del partito, che spesso si discosta dalla linea centrale del partito e non ha timore di contestare la destra interna al partito. Recentemente, sono stata una delle poche figure di rilievo dei Verdi a criticare apertamente Rupert Read, attivista del Partito Verde e di Extinction Rebellion, per il suo punto di vista sulla questione migratoria che ha espresso quando è stato ospite di Question Time.
Vengo da un ambiente piuttosto politicizzato, perché mia mamma era un’iscritta al Partito Laburista. Quindi, fin da quando ero molto giovane, almeno dagli otto, nove, dieci anni, ricordo il suo telefono che squillava dal nostro salotto, e ricordo che la aiutavo con buste, consegne e cose di questo tipo. Quindi, venendo da una famiglia di Liverpool, politicamente impegnata, è stato abbastanza normale iscrivermi al Partito Laburista, cosa che ho fatto quando avevo sedici anni.
Ma come per molti Verdi della mia generazione, c’è stata una parola di quattro lettere che ha cambiato tutto – Iraq. Quando avevo circa diciassette anni, ci fu, a Londra nel 2003, la manifestazione di massa, contro la Guerra in Iraq. Portai con me, su un pullman, la mia sorella minore – alla quale non interessa affatto la politica. Abbiamo manifestato per tutto il giorno per poi rientrare in serata. Ho pensato di aver fatto un grande sforzo per partecipare, che ero un’aderente al Partito Laburista con tanto di tessera, ma allo stesso tempo manifestavo contro il mio stesso partito. Non aveva senso per me andare avanti così, quindi ho lasciato il partito. Volevo però, continuare ad essere impegnata in politica ma non nel Partito Laburista, e ho quindi letto i programmi di tutti gli altri partiti. Mi sono soffermata sui Verdi. Non per il loro ambientalismo, che era già, in ogni caso, il mio “stile di vita”. Semmai, sono stati la giustizia sociale, i diritti umani e le libertà civili a spingermi verso il Partito dei Verdi.
Sono convinta che il ruolo dei Verdi sia quello di coprire posizioni più radicali del Partito Laburista. Ad esempio, le politiche del partito sulla droga e la polizia sono estremamente più radicali di quelle del Partito Laburista e devono essere comunicate in modo migliore.
Marco Sonsini
Editoriale
Per chi tra di noi è appassionato di telefilm inglesi, la figura del sindaco del paese, abbigliato con tutti i paramenti e le insegne storiche, non è cosa nuova. E la foto del Sindaco Alexandra Phillips, che troverete pubblicata in questo numero di PRIMOPIANOSCALAc, la raffigura proprio in questa veste. A dire il vero le mancano la mazza e il mazziere che potrete ammirare qui. L’intervista alla Phillips, Sindaco di Brighton & Hove, cittadine costiere del sud dell’Inghilterra, è molto particolare. Avreste mai immaginato che in Gran Bretagna il sindaco, storicamente, non è nient’altro che un cerimoniere? e che tutte le decisioni di governo locale sono rese dai Consigli Comunali? Tradizionalmente, il Governo locale britannico è caratterizzato da un’estrema eterogeneità: contee, distretti (e parrocchie nei contesti rurali), enti di tradizione secolare, ne rappresentano da decenni le strutture amministrative portanti, spesso sovrapposte le une alle altre. Mentre in Galles e Scozia alcune riforme attuate in epoca conservatrice hanno portato ad una semplificazione, con la nascita di autorità unitarie, in Inghilterra convivono, ancora oggi, diversi livelli territoriali di governo al di sotto delle Regioni. Come ci spiega la Phillips, però, dall’avvento del New Labour al potere, ci sono state riforme nel Governo territoriale inglese, a livello locale e regionale. Nel primo versante si collocano la nascita della Greater London Authority (GLA, 1999), con l’elezione diretta del Sindaco a Londra (maggio 2000), nonché il Local Government Act, approvato pochi mesi dopo. Ma quali sono i poteri del Sindaco? Si può dire che il decentramento abbia portato, nel caso di Londra, ad un mutamento importante nella struttura di Governo della città? Abbastanza. Infatti mantiene elevati poteri per quanto riguarda il controllo del bilancio (da approvare con voto a maggioranza assoluta dei consiglieri), il processo decisionale, le nomine dei componenti dei 4 più importanti organismi – creati o rinnovati dopo la nascita della GLA – che sovrintendono le politiche dei trasporti, sviluppo economico, Polizia e Vigili del Fuoco. Altro scatto in avanti è stato fatto, sempre sotto il cappello del decentramento, ma nell’ottica del regionalismo, con la creazione del Sindaco Metropolitano. Il Cities and Local Government Devolution Act 2016 è una legge, approvata dal Parlamento Britannico, che introduce l’elezione diretta di un Sindaco, a capo di un’autorità combinata, struttura di governo locale del Regno Unito finalizzata a un miglior coordinamento e sviluppo di politiche comuni fra diverse municipalità in zone densamente urbanizzate. A questi è devoluta l’autorità decisionale nel trasporto, edilizia e pianificazione. La legge richiede che vengano fatti dei negoziati tra il governo britannico e le autorità locali (o gruppi di autorità locali), definiti ‘accordi di decentramento’, per rendere effettivo qualsiasi trasferimento di risorse economiche e di poteri. La negoziazione di questi accordi ha portato, nel 2017, alla formazione di queste nuove ‘autorità combinate’ e all’elezione di alcuni Sindaci Metropolitani. Insomma tutto molto complicato e ingarbugliato, difficile da comprendere anche per noi italiani, per i quali il concetto di Stato centrale alla francese è parecchio vago, e tra i quali il campanilismo impera. Stavolta sonoramente battuti dai britannici!
L’intervista alla Phillips continua su un altro piano. Ci racconta infatti la sua particolare storia politica, che è culminata nell’unica e irripetibile esperienza di avere fatto parte dell’ultima delegazione di Europarlamentari britannici, che allo scoccare di Brexit, hanno dovuto lasciare il loro seggio a Bruxelles.
Concludiamo con il solito accenno alla copertina. Per Brighton & Hove abbiamo scelto il delfino, che troviamo raffigurato, in una coppia in posizione naiant, nello stemma araldico della città, accompagnati dal motto ‘inter undas et colles floremus’. Anche la lettera iniziale della città si fonde graficamente con l’animale che la rappresenta. Animali, sempre geneticamente modificati dalla grafica, per rappresentare la trasformazione che i centri urbani devono affrontare, in tempi complessi come quelli di oggi.
Mariella Palazzolo
Alexandra Phillips è stata eletta per la prima volta, nel 2009, Consigliere Comunale a Brighton & Hove in rappresentanza del collegio di Goldsmid. Si trattò di un’elezione storica per diverse ragioni: fu la prima volta che i Verdi vinsero in quel collegio, un seggio, quello conquistato dai Verdi che era appannaggio del Partito Conservatore, e la vittoria determinò la perdita della maggioranza assoluta da parte dell’amministrazione conservatrice allora in carica. A partire da quell’elezione nessun singolo partito sarebbe più riuscito a conquistare la maggioranza assoluta dei seggi a Brighton & Hove.
Nel maggio del 2019 Alex Phillips è riuscita ad essere al tempo stesso il più giovane Sindaco di Brighton & Hove e ad essere eletta Parlamentare Europea per la regione dell’Inghilterra Sud Orientale. Grazie a tutti coloro che hanno votato per lei, la percentuale di voto raggiunta dai Verdi è aumentata del 4,5%, la più alta mai registrata da questo partito nel Sud Est della Gran Bretagna.
Nella sua stessa circoscrizione, cosa davvero curiosa, c’era un’altra candidata che portava il suo stesso identico nome, ma in rappresentanza dell’altra parte della barricata, il Brexit Party. Sono state elette tutte e due all’Europarlamento.
Cresciuta a Liverpool, la Phillips si iscrive al Partito Laburista a 16 anni, e diventa, in un primo momento, un’attivista, al fianco della madre. Nel 2003 si dimette dal Partito e aderisce al Partito dei Verdi in reazione alla decisione del governo laburista di invadere l’Iraq.
Ha conseguito, nella sede di Parigi dell’Università di Londra (University of London Institute in Paris), una laurea di primo livello in Studi Francesi e una laurea di abilitazione all’insegnamento (PGCE) all’UCL (University College of London).
Alex ha 34 anni, ed è sposata con Tom Druitt, anche lui Consigliere Comunale di Brighton & Hove per i Verdi e amministratore delegato di The Big Lemon (un’impresa di trasporto che opera a Brighton con autobus a zero emissioni). Hanno un figlio, nato nel 2017. Adora fare nuotate in mare, correre tra le Down (colline calcaree caratteristiche del paesaggio dell’Inghilterra meridionale), andare in bicicletta e trascorrere del tempo in famiglia.
Marco Sonsini
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