Ottobre 2024, Anno XVI, n. 10
Massimiliano Fedriga
Presidente o Governatore?
“Chi governa, indipendentemente dai titoli, ha una responsabilità significativa. Il nostro impegno dovrebbe essere quello di garantire una guida efficace e responsabile, perché no, riflettendo il significato latino di timoniere.”
Telos: Come il premier inglese non è previsto, né nel nome né nei poteri e ruoli, dalla nostra Costituzione, così i governatori non hanno posto nel nostro ordinamento. Nonostante l’improprietà istituzionale del nome, frutto dell’americomania dei nostri media, non crede che l’uso della parola rispecchia la realtà politica e istituzionale di chi, come già prevedeva l’accezione latina del termine ‘timoniere’, governa anche con responsabilità politiche?
Massimiliano Fedriga: Chi governa, indipendentemente dai titoli, ha una responsabilità significativa. Il nostro impegno dovrebbe essere quello di garantire una guida efficace e responsabile, perché no, riflettendo il significato latino di timoniere. È importante sottolineare però che il ruolo di Presidente di Regione va al di là dei nomi o delle etichette. Il nostro compito principale è quello di guidare la Regione con attenzione alle esigenze dei cittadini e alle sfide politiche ed economiche. Il mio impegno è quello di agire come un amministratore responsabile, prendendo decisioni che riflettano gli interessi della comunità e lavorando per il bene comune. La democrazia richiede un costante dialogo e ascolto attivo ed io mi impegno a svolgere il mio ruolo con la massima trasparenza e dedizione.
Non c’è dubbio che negli ultimi anni il ruolo del Presidente di Regione ha acquisito un peso ancor più rilevante, anche grazie al lavoro che tutti i territori hanno fatto all’interno della Conferenza delle Regioni. La capacità di fare sintesi e l’efficienza di Governo hanno permesso di offrire ai cittadini risposte importanti.
Friuli Venezia Giulia, terra di frontiera. Emblematico è il ruolo che è riuscito a ritagliare nei rapporti diretti con gli Stati confinanti. Un esempio la costituzione della Valle idrogeno del Nord Adriatico, unica del suo genere a livello europeo, dove la Regione ha stretto un accordo con Slovenia e Croazia. Cosa vuol dire amministrare una Regione ‘incontro di culture’ tra mondo latino, germanico, slavo e ungherese?
Amministrare una Regione che è un vero e proprio 'incontro di culture' richiede una visione inclusiva e una diplomazia attiva. Cerchiamo di valorizzare la ricchezza di queste diverse influenze, riconoscendo il contributo di ogni cultura al nostro tessuto sociale ed economico. È attraverso questa apertura che possiamo costruire ponti anziché muri, trasformando la diversità in un punto di forza. Il Friuli Venezia Giulia svolge un ruolo unico come terra di frontiera, caratterizzata dalla diversità culturale e dalla sua posizione strategica. La nostra capacità di stabilire relazioni significative con gli Stati confinanti è un pilastro fondamentale della nostra politica. La creazione della Valle Idrogeno del Nord Adriatico è un esempio tangibile di come la nostra Regione abbia abbracciato l'innovazione e la cooperazione transfrontaliera, ma non possiamo dimenticare il ruolo della cultura, con l’aggiudicazione della Capitale europea 2025 da parte di Gorizia e Nova Gorica.
La cooperazione transfrontaliera è una delle pietre angolari della nostra visione di governo, e riteniamo questa iniziativa un passo significativo verso una maggiore integrazione e collaborazione tra le comunità. Ciò richiede una pianificazione attenta e il coinvolgimento di tutte le parti interessate, con un focus particolare sulla promozione della diversità culturale e la creazione di sinergie economiche. La mia amministrazione sta sostenendo attivamente questo progetto, lavorando a stretto contatto con le autorità locali, i cittadini e le istituzioni coinvolte. L'obiettivo è creare un ambiente inclusivo che valorizzi le identità locali mentre promuove la crescita economica sostenibile e la qualità della vita.
Progetti questi che non interessano solo ai territori coinvolti, ma offrono opportunità ad un’area ben più vasta. Basti pensare che i progetti della Valle dell’Idrogeno partiranno da Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia ma poi potranno creare occasioni per tutta Europa.
Regioni e Autonomia differenziata. Questo continua ad essere un argomento caldo, che suscita un dibattito molto acceso. Qual è la Sua posizione a riguardo?
Non solo come Presidente di una Regione a Statuto speciale, ma anche in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, ho avuto l'opportunità di partecipare ai dibattiti sull'Autonomia differenziata. La mia esperienza in questo ruolo mi ha consentito di comprendere appieno le diverse esigenze delle varie Regioni italiane. L’autonomia differenziata è un’opportunità per tutto il Paese, da nord a sud. Abbiamo visto, anche durante le emergenze che ha vissuto il nostro Paese, prima fra tutte la pandemia, come le Regioni, in alcuni settori, siano in grado di dare risposte più efficaci e rapide. Quindi mi sfugge veramente la posizione di alcuni soggetti politici contrari all’autonomia, a meno che non si tratti solamente di speculazione politica. Infine raccontare la novella che il sud sarebbe penalizzato credo sia ingeneroso verso il mezzogiorno e, soprattutto non vero. Le Regioni del sud sono assolutamente all’altezza dell’autonomia che può rappresentare un miglioramento dei servizi anche per i cittadini del mezzogiorno. Basta umiliare il sud, valorizziamolo.
Presidente di Regione al secondo mandato, rieletto ad aprile 2023, con una vittoria schiacciante. Cosa ci racconta del passato e come vede il futuro?
I primi cinque anni del mio mandato sono stati purtroppo contrassegnati dall’emergenza: dalla tempesta Vaia al Covid-19, passando per le proteste contro il green pass, la guerra in Ucraina, il costo dell'energia e gli incendi sul Carso. La nostra regione ha affrontato una serie di sfide eccezionali che hanno testato la nostra capacità di risposta. Abbiamo dovuto adattare le nostre politiche e risorse per affrontare ogni sfida, facendo leva non solo sull’impegno della parte pubblica ma anche sulla grande capacità dei cittadini di rimanere coesi. Ogni sfida ha rappresentato un’opportunità per migliorare la nostra capacità di governo, proseguendo sulla progettualità di lungo periodo, sulla capacità di attrarre investimenti e creare posti di lavoro.
I dati economici che ora vediamo, le risorse che abbiamo a disposizione, sono frutto di un serio lavoro che ha creato nuove imprese e nuove opportunità per il Friuli Venezia Giulia. Dobbiamo proseguire e rafforzare questa strada.
Marco Sonsini
Editoriale
Dopo qualche tempo ritorna sulle pagine di PRIMOPIANOSCALAc un Presidente di Regione, e con nostro grande orgoglio, il più apprezzato dagli italiani. Non siamo certo noi a dirlo, ma lo rivela il Governance Poll 2024, lo storico sondaggio che misura il consenso di presidenti di Regione e sindaci organizzato dal Sole24Ore. Massimiliano Fedriga, in verità, bazzicava i primi posti della classifica sin dal 2022, oscillando tra secondo e terzo posto, ma quest’anno il friulano è riuscito a scalzare i suoi storici vicini di podio, l’emiliano Bonaccini, e il veneto Zaia.
Gli abbiamo posto la nostra consueta domanda: “Ma perché continuano a chiamarvi governatori, mica siamo in America?”, e potremmo tradurre la sua risposta con questa frase “Chiamatemi pure Pippo, basta che mi lasciate fare il mio lavoro”. La Regione che guida è davvero particolare, una terra di confine nella quale si sono incrociate le culture del Mediterraneo, quelle germaniche e quelle slave, lasciando segni indelebili della loro influenza. Una regione sorprendente che invita all’incontro e a gioire della contaminazione di culture diverse, da quella romana a quella longobarda e slava. Su queste caratteristiche Fedriga ha fatto leva per portare avanti le sue politiche di governo. Come? Cercando di “valorizzare la ricchezza di queste diverse influenze, riconoscendo il contributo di ogni cultura al nostro tessuto sociale ed economico. È attraverso questa apertura che possiamo costruire ponti anziché muri, trasformando la diversità in un punto di forza.” Il Friuli Venezia Giulia vanta un patrimonio storico culturale unico in Europa e una tradizione di ricerca umanistica ai massimi livelli, e la scelta di Gorizia come capitale europea della cultura nel 2025 lo conferma. Un anno pieno di occasioni di incontro racchiuse nel programma GO!2025.
Avere un ruolo centrale nella cooperazione transfrontaliera è stato uno degli obiettivi di Fedriga sin dal primo mandato. Obiettivo raggiunto in molti campi. Un esempio per tutti è la North Adriatic Hydrogen Valley (NAHV), una delle prime valli dell’idrogeno transfrontaliere d’Europa, grazie alla quale si raggiungeranno 700 milioni di euro di investimenti complessivi nell’ecosistema dell’idrogeno di Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia. Con la prospettiva di arrivare ad una cifra anche doppia rispetto ai piani originari.
E infine la famigerata Autonomia differenziata. Il 13 luglio scorso è ufficialmente entrata in vigore la legge 86/2024, la cd. legge Calderoli. Si tratta della norma di applicazione dell’art. 116 comma 3, introdotto dalla riforma costituzionale del 2001 ma balzato agli onori della cronaca solo dopo il 2017, quando Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto siglarono tre differenti pre-intese col Governo Gentiloni. Molte cose sono state dette sul tema e molte se ne diranno. Per capire i termini della questione sarebbe necessario sgombrare il campo dalla propaganda politica ed entrare nel merito. E allora come non parlarne con Fedriga? Che accetta di buon grado questa sfida e afferma “L’autonomia differenziata è un’opportunità per tutto il Paese, da nord a sud.”
Le copertine del 2024 di PRIMOPIANOSCALAc sono ispirate alle opere di Romano Gazzera, pittore piemontese noto per i suoi fiori ‘giganti’, ‘parlanti’ e ‘volanti’ che, insieme ad altri temi iconografici legati alla memoria storica e collettiva, lo hanno caratterizzato e distinto come il caposcuola della corrente Neo-floreale italiana. Per Massimiliano Fedriga abbiamo scelto il bucaneve, un fiore che ha una grandissima capacità di resistenza, ed è considerato simbolo di speranza e resilienza. Inoltre ne esiste una specie che è stata identificata solo in Friuli Venezia Giulia: il Galanthus Elwesii o Bucaneve Maggiore, che troviamo solo sulla Dolina di Ceroglie sul Monte Ermada nel Carso Triestino. È più grande dell'ordinario Galanthus Nivalis. I fiori bianchi hanno, sui petali interni, un grande segno verde… il colore della Lega.
Mariella Palazzolo
Massimiliano Fedriga è il Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Eletto per la prima volta nel 2018 e confermato nel 2023, un mandato al quale si è aggiunto - a partire dal 9 aprile 2021 - quello di Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
La politica è “una passione che ho iniziato a coltivare quando avevo appena 15 anni”. Nel 1995 si iscrive al partito della Lega Nord; nel 2003 diventa Segretario provinciale del partito, poi membro del Consiglio Nazionale e infine del Consiglio Federale. Nel 2008 viene eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati e rieletto nel 2013; in quegli anni è stato Capogruppo per la Lega in Commissione Lavoro e Politiche sociali, Vice Capo Gruppo del suo Gruppo parlamentare e, dal 2014 al 2018, Capogruppo. Nel 2018 era stato rieletto per il terzo mandato, ma ha cessato dall’incarico per ricoprire quello di Presidente di Regione. Nel 2012-2013, è stato responsabile del Dipartimento Lavoro della Lega. Nel 2024 è risultato primo nella classifica de IlSole24Ore Governance Poll, che misura il livello del consenso dei Presidenti di Regione. È autore del libro autobiografico “Una storia semplice – La Lega, il Friuli Venezia Giulia, la mia famiglia”.
Laureato in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Trieste, ha conseguito un Master in Gestione e Analisi della Comunicazione e, per alcuni anni, ha svolto la professione di consulente nel settore del marketing.
È nato a Verona ma è cresciuto a Trieste. Ha 45 anni, è sposato con Elena dal 2013 ed ha due figli, Giacomo e Giovanni.
Marco Sonsini
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