Novembre 2024, Anno XVI, n. 11
Carlos Moreno
Viva le Città!
“Sono convinto che dovremmo disegnare città che riducano al minimo i tempi di viaggio ed aumentino, invece, il tempo che le persone possono dedicare ad attività significative”.
Telos: In una città ideale, lo spazio è misurato dal tempo. È d’accordo con questa affermazione?
Carlos Moreno: Non direi che dobbiamo misurare lo spazio esclusivamente con il tempo, ma sicuramente credo che il tempo debba avere un ruolo più importante nell’urbanistica e nella progettazione delle città, così da renderle più vivibili, efficienti e sostenibili. L’urbanistica tradizionale si concentra quasi sempre sugli spazi fisici (edifici, strade...), invece prendere in considerazione il fattore tempo è un modo per riflettere meglio su come le persone vivono la città. Il tempo influisce sia sulla qualità della vita che su quella della città. Il tempo necessario per andare al lavoro, dal medico, o dedicarsi a momenti di svago ha un impatto diretto sul proprio benessere e sui livelli di stress. Inoltre, quando i servizi essenziali e le infrastrutture si raggiugono in breve tempo, la dipendenza dall’auto, il traffico e l’inquinamento diminuiscono.
Sono convinto che dovremmo disegnare città che riducano al minimo i tempi di viaggio ed aumentino, invece, il tempo che le persone possono dedicare ad attività significative. È questo il principio dietro il concetto di città dei 15 minuti, che propongo e sostengo. L’idea è quella di creare quartieri dove i residenti possano avere accesso alla maggior parte delle loro esigenze quotidiane - lavoro, spesa, scuole, sanità e svago - in 15 minuti, a piedi o in bicicletta. Lo spazio ed il tempo sono interconnessi, ma lo spazio non dovrebbe essere ridotto a mera funzione del tempo! Le città devono anche offrire luoghi diversi e vivaci che favoriscano l'interazione, le attività culturali e le scoperte personali.
“The 15-Minute City: A Solution for Saving Our Time and Our Planet” è il titolo del suo ultimo libro. Cosa lo rende una lettura necessaria al giorno d’oggi?
È una lettura importante perché offre un quadro completo su come creare delle città che non siano solo ecologicamente sostenibili, ma anche socialmente eque e che contribuiscano ad un’alta qualità della vita. È rilevante perché affronta alcune delle sfide più urgenti per l’ambiente urbano, come il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali, e la necessità di migliorare la qualità della vita. Questo libro offre spunti attuabili ed esempi pratici per politici, urbanisti e cittadini desiderosi di plasmare il futuro dei nostri paesaggi urbani. È un tuffo nei processi di realizzazione delle città dei 15 minuti nel mondo e spero che possa spingere le persone a pensare città più sostenibili, dove si possa condurre una vita soddisfacente.
‘LOC – Loreto Open Community’, un progetto di rigenerazione urbana a Piazzale Loreto a Milano, è un esempio tangibile dell’applicazione della sua visione in Italia. Può raccontarci qualche dettaglio?
Milano ha adottato il modello di città dei 15 minuti come parte della sua strategia di sviluppo urbano, con iniziative, come il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), che si concentra sul migliorare il trasporto pubblico, aumentare le ciclabili e creare aree pedonali. Il progetto “LOC” è un esempio significativo dell’impegno della città di Milano nell’avvicinarsi a questa visione. Vuole riqualificare Piazzale Loreto, una zona importante e poco sfruttata, grazie alla realizzazione di spazi pubblici multifunzionali che possano rispondere alle diverse esigenze della comunità locale. La trasformazione si concentra su:
- il miglioramento dell’accessibilità e della mobilità nell’area. Potenziando le infrastrutture pedonali e ciclabili, il progetto fa sì che i residenti possano raggiungere facilmente i servizi essenziali e i luoghi di socialità;
- uno sviluppo combinato tra spazi residenziali, commerciali e ricreativi. L’obiettivo è quello di promuovere l’economia locale, creare un luogo attrattivo e che offre ai residenti una varietà di servizi;
- spazi verdi e aree pubbliche dove le persone possano incontrarsi, rilassarsi e dedicarsi ad attività ricreative;
- attività culturali e di comunità, come eventi, mercatini, incontri;
- una costruzione che segua i principi del design sostenibile con, ad esempio, l’uso di energia rinnovabile, edifici a basso consumo energetico e modalità sostenibili di raccolta dei rifiuti.
Il Comune di Milano ha svolto un ruolo cruciale nell’avviare il progetto, riconoscendo il potenziale di trasformazione di Piazzale Loreto e fornendo i fondi ed il sostegno necessari. Il progetto si sta sviluppando tramite una collaborazione tra diverse parti: il Comune, urbanisti, architetti, imprese locali, organizzazioni di residenti. Grazie a questo sforzo collettivo, LOC sarà un esempio di come le città dei 15 minuti possono essere realizzate, così da creare spazi più vivibili, sostenibili ed equi.
Un sogno che ci ha messo un attimo ad essere trasformato in un incubo agli occhi dell’opinione pubblica, amplificato dai social media. “Un’imposizione liberticida nata per rinchiudere i poveri nel ghetto. Una cospirazione mondiale delle élite contro la gente comune. Una guerra dei ricchi contro la periferia”. Queste sono solo alcune delle accuse più velenose. Perché crede sia accaduto?
È vero, la città dei 15 minuti è stata oggetto di critiche e teorie del complotto. Gli attacchi al mio lavoro e alla mia persona sono stati molto violenti e destabilizzanti e non posso spiegarli o giustificarli. La disinformazione e le teorie del complotto si sono diffuse in un lampo sui social media, spesso distorcendo le intenzioni e i principi dietro questo modello. Usare sensazionalismi come “un’imposizione liberticida” o “cospirazione mondiale” è un modo per influenzare le persone senza che ne conoscano l’essenza. È fondamentale per me chiarire che non si tratta di ridurre la libertà o la possibilità di muoversi, ma di migliorare la qualità della vita delle persone con il fornire loro più scelte e attività nel loro vicinato. Le preoccupazioni sull’uguaglianza sociale sono legittime e vengono seriamente prese in considerazione in questo progetto, grazie all’attenzione alla pianificazione, alle politiche e agli investimenti inclusivi. Le città devono assicurare che i progetti di riqualificazione urbana siano ben distribuiti e che ogni quartiere possa trarre beneficio dal miglioramento di infrastrutture e servizi. Posso esprimere il mio punto di vista e parlarne senza alcun timore, perché il modello è quello di una città più giusta e socialmente consapevole. In ogni caso, queste critiche sono un segno di una crisi sociale che va ben oltre il mio lavoro o la visione sulla quale mi sto concentrando. C’è un reale bisogno di far crescere la fiducia e diminuire la violenza. Un ambiente migliore dove vivere potrebbe sicuramente essere di aiuto.
Marco Sonsini
Editoriale
Sapevate che già nel 2007 le persone che vivono in città hanno superato quelle che vivono in campagna? Nel 2050, il 70% della popolazione vivrà in aree urbane. Le città, e soprattutto chi le governa, sono quindi chiamate ad affrontare innumerevoli sfide legate allo stile di vita, ai consumi, al cambiamento climatico, la trasformazione digitale. In tutto ciò si deve anche pensare a nuovi modi di plasmare i paesaggi urbani: l’importanza di identificare un nuovo approccio alla pianificazione urbana è sempre più urgente. Chi meglio dell’intervistato del mese di novembre di PRIMOPIANOSCALAc potrà dare una risposta a queste domande? Proprio per riflettere su queste trasformazioni, ci siamo rivolti a Carlos Moreno, urbanista di fama internazionale, autore del libro La città dei 15 minuti. Per una cultura urbana democratica. In questo saggio Moreno scrive di come e perché creare città più vivibili e vivaci, con protagoniste le comunità e la tecnologia, in modo che la vita nelle città non si svolga solo in centro. Moreno ha iniziato a pensare di scrivere un libro sul concetto di città dei 15 minuti nell’estate del 2020, a ridosso di quella che lui definisce la seconda crisi planetaria dopo quella climatica, che ci ha imposto la trasformazione della nostra vita urbana: la pandemia di COVID-19. Già dall’inizio del secolo scorso, molti intellettuali lavoravano al concetto di città per le persone, ma il lavoro di Moreno è stato tra i primi a proporre un paradigma per il passaggio da un modello urbano centralizzato ad uno policentrico, anche con l’obiettivo di ridurre l’esclusione sociale. Moreno ci spiega quanto sia urgente trasformare radicalmente i nostri stili di vita urbani, perché l’impatto del cambiamento climatico è visibile e impressionante. La tragedia di Valencia è solo l’ultimo di numerosi esempi. Abbiamo dimenticato che solo un anno addietro, ottobre 2023, la città di Acapulco in Messico è stata distrutta da Otis, un uragano di categoria cinque mai visto in quella zona, motivo per il quale è stato impossibile mettere all’erta i cittadini e impedire la devastazione della città?
Ma l’idea di Moreno, che è stata anche definita “della prossimità felice” non è stata esente dagli strali della teoria del complotto. “A dystopian plan!” migliaia di cittadini lo hanno gridato il 18 febbraio 2023 per le strade di Oxford nel corso di una manifestazione contro il piano di mobilità proposto dal Consiglio Comunale, e ispirato proprio alle teorie di Moreno. I manifestanti di Oxford sostenevano che le azioni messe in atto dal Comune li avrebbero costretti all'isolamento nei loro rispettivi quartieri di residenza perché penalizzavano fortemente tutti i loro movimenti in automobile. Le restrizioni sulla circolazione delle auto private in determinati quartieri della città, regolate attraverso un nuovo sistema di riconoscimento delle targhe, venivano paragonate dai manifestanti al Grande Fratello orwelliano. Alla nostra domanda su questi attacchi Moreno risponde sconsolato “...non posso né spiegarli né giustificarli. È fondamentale per me chiarire che non si tratta di ridurre la libertà o la possibilità di muoversi, ma di migliorare la qualità della vita delle persone con il fornire loro più scelte e attività nel loro vicinato.”
Le copertine del 2024 di PRIMOPIANOSCALAc sono ispirate alle opere di Romano Gazzera, pittore piemontese noto per i suoi fiori ‘giganti’, ‘parlanti’ e ‘volanti’ che, insieme ad altri temi iconografici legati alla memoria storica e collettiva, lo hanno caratterizzato e distinto come il caposcuola della corrente Neo-floreale italiana. Per Carlos Moreno abbiamo scelto la calla, simbolo della bellezza semplice e raffinata. Questo fiore, per la sua forma a coppa che si apre verso l'alto, è associato anche alla rinascita e al cambiamento. Perfetta per Moreno che ha dedicato la sua vita alla rinascita delle città e al cambiamento della progettazione urbanistica, per riuscire a rendere ogni città a misura d'uomo.
Mariella Palazzolo
Carlos Moreno è uno scienziato e urbanista franco-colombiano. Professore dell’IAE di Parigi – Università Panthéon-Sorbona in Francia, è anche direttore scientifico e cofondatore del Laboratorio ETI (Entrepreneurship - Territory – Innovation). Le sue ricerche si concentrano su città smart e sostenibili, ed è conosciuto per il suo contributo al concetto di Città dei 15 minuti ("Ville du quart d’heure"). Moreno è nato nel 1959 in Colombia, in una famiglia di contadini. Suo padre, pur essendo analfabeta, ha fatto in modo che Carlos e i suoi sette fratelli ricevessero un’istruzione. Nel 1975, mentre era studente in Colombia, si è unito all’organizzazione di sinistra M-19. Nel 1979 è dovuto fuggire in Francia, dove ha ottenuto lo status di rifugiato politico. Si è laureato all’Università di Parigi XI Paris-Sud nel 1983, dove ha poi lavorato come ricercatore e docente nel laboratorio di informatica e robotica (LIMRO).
Nel 1990, ha iniziato a lavorare all’Università di Evry, dove è diventato professore associato. Nel 1998 una nuova legge sull’innovazione e la ricerca in Francia (la “Legge Allegre”), ha permesso ai ricercatori di avviare un’attività imprenditoriale. Il Prof. Moreno ha subito colto questa opportunità per riunire i suoi migliori dottorandi, facendo buon uso delle loro competenze nel campo dei sistemi complessi intelligenti per applicarle al settore industriale. Ha quindi fondato la start-up Sinovia nel 1998. Pioniere nel suo campo, nel 2006 ha iniziato a dedicarsi alle città e ha sviluppato il concetto di “città digitale sostenibile”. Nel 2012 è stato nominato Chevalier de la Légion d’honneur e nel 2019 ha ricevuto la Prospective Medal dell’Accademia di Architettura. Nel 2021 ha vinto il Premio Obel per il suo lavoro sulla prossimità urbana e territoriale e il suo impatto globale. Nel novembre 2021 è stato insignito del Leadership Award ai World Smart Cities Awards, organizzati dal Smart City Expo World Congress.Nel 2023, è stato ammesso all'American Academy of Housing and Communities in riconoscimento dei suoi “grandi risultati nella conoscenza, nella visione e nella sperimentazione urbana”.
Marco Sonsini
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