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Telosaes.it

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Gennaio 2016, Anno VIII, n. 1

Alberto Biancardi

Acqua, luce, gas e forse rifiuti? Quanti grattacapi!

“Sicuramente si può affermare, sulla base dell’esperienza maturata in questi anni da AEEGSI, che un regolatore indipendente a livello centrale può aiutare a garantire l’accessibilità, la fruibilità e la diffusione omogenee sull’intero territorio nazionale di un servizio oltre che a fissare livelli adeguati di qualità nel rispetto dell’efficienza e della economicità della gestione.”

Telos: Le bollette di luce e gas sono un grande cruccio per gli Italiani. Ci può spiegare brevemente qual è il ruolo dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico (AEEGSI) nella determinazione delle tariffe?

Alberto Biancardi: L’Autorità determina le tariffe sulla base dei costi degli operatori e la sua azione è volta a indurre questi ultimi - tramite una serie di norme incentivanti - a svolgere la loro funzione con la massima efficienza, minimizzando in tal modo i loro costi.
In questa sua funzione, essendo un organismo amministrativo indipendente, assume decisioni che sono direttamente applicate e non necessitano, dunque, di alcun placet da Governo o Parlamento. In particolare l’Autorità, proprio in funzione della sua stessa legge istitutiva, determina le tariffe per l’uso delle infrastrutture, ossia per la trasmissione, la distribuzione e la misura dell’energia elettrica e del gas, assicurando nel contempo che a tutti i soggetti sia garantito l’accesso, a pari condizioni, alle stesse infrastrutture.
Ma la bolletta non si compone solo delle tariffe per il trasporto e la gestione del contatore (che ad oggi incidono sul prezzo finale del cliente tipo per circa il 18% sia nell’energia elettrica che nel gas). Oltre il 40% del prezzo finale, infatti, è relativo alla spesa per la materia energia/gas, ossia è riconducibile alle attività svolte dal venditore per fornire il cliente finale. Queste attività della filiera sono completamente liberalizzate. E infatti il valore di tali voci per i clienti del servizio di tutela (ossia che non sono ancora passati sul mercato libero) è determinato dall’Autorità con riferimento alle condizioni di mercato, ossia ai prezzi di approvvigionamento che si formano sul mercato all’ingrosso. Detto questo, va poi precisato che una parte consistente dei costi pagati in bolletta, derivano dall’applicazione da parte del regolatore di oneri, imposte e accise, determinati da leggi.
Ad esempio, nella bolletta elettrica, vi sono i cosiddetti oneri di sistema, che oggi ammontano a oltre il 24% del prezzo finale e che servono in massima parte a finanziare gli incentivi alle fonti rinnovabili (oltre l’85%), mentre le imposte gravano per un ulteriore 13%.
Nel gas, invece, sono le imposte a gravare particolarmente sul prezzo finale, con un incidenza del 38% (mentre gli oneri sono pressoché trascurabili gravando per un 2% circa).
L’Autorità aggiorna trimestralmente il valore della spesa per gli oneri e per l’energia/il gas e annualmente il valore della spesa per il trasporto e la gestione del contatore. Mentre la spesa per gli oneri e per le infrastrutture sono uguali per i clienti serviti in regime di tutela e per quelli passati al mercato libero, il valore della spesa per l’energia/il gas può cambiare.
Per cercare di semplificare e chiarire gli importi in bolletta, l’Autorità ha previsto che da gennaio 2016 entri in vigore la nuova bolletta 2.0, un solo foglio con tutti gli elementi essenziali di spesa e di fornitura ben evidenziati, con un formato più semplice e snello.

Nel settore elettrico, sempre più spesso si parla di mercato della capacità oltre che di mercato dell’energia. Cosa si intende? Quale è la posizione dell’Autorità al riguardo?

L’evoluzione delle tecnologie utilizzate per la produzione di energia elettrica ha profondamente cambiato il settore elettrico e le sue modalità di gestione. Questa tendenza continuerà e, a nostro avviso, renderà ancora più necessario passare – come diciamo nel gergo tecnico – da un mercato dell’energia a un mercato della capacità.
In sostanza, l’organizzazione tradizionale del mercato – che si basa sostanzialmente sulla compravendita dell’energia prodotta e consumata – diventa sempre meno adeguata in presenza di un numero crescente di impianti a fonti rinnovabili.
Questo perché la maggiore aleatorietà nella disponibilità di questi impianti a produrre – legata a sua volta alla presenza di vento o sole – rispetto agli impianti alimentati da fonti tradizionali – tipicamente gas e carbone – obbliga i gestori di rete ad acquisire la disponibilità a produrre di un numero crescente di impianti per bilanciare le conseguenze derivanti dai cambiamenti metereologici imprevisti (maggiore o minore produzione di energia elettrica in presenza, ad esempio, di più o meno vento rispetto a quanto atteso). Questo per mantenere in equilibrio la rete stessa, garantendo energia a chi la richiede. Questa disponibilità si sostanzia in contratti di capacità, spesso siglati su base pluriennale, che nell’approccio tradizionale erano meno rilevanti per l’assetto complessivo del mercato.
Prendendo atto di questa evoluzione, l’Autorità per l’energia ha espresso il suo favore al mercato della capacità e sta lavorando con Ministeri e Governo affinché le modifiche necessarie all’organizzazione vigente siano attuate in tempi rapidi, acquisito anche l’assenso da parte delle autorità comunitarie.

Quando pensiamo all’AEEGSI spesso dimentichiamo l’importante ruolo che ha nella determinazione delle tariffe dell’acqua. Ci racconta dell’adozione, a fine dicembre 2015, di un importante pacchetto di provvedimenti necessario per la definizione di un quadro regolatorio per il sistema idrico?

È vero, con le decisioni adottate a dicembre è stato compiuto un passo importante nel processo di definizione di un quadro regolatorio completo, stabile e trasparente, del quale il sistema idrico ha urgenza. Più in particolare, abbiamo definito i criteri per la determinazione delle tariffe per il secondo periodo di regolazione, che si è avviato il 1 gennaio di quest’anno e che avrà durata quadriennale. Questa definizione ha fatto tesoro di quanto definito per il quadriennio precedente, cioè dal momento in cui abbiamo avuto la nuova funzione di regolazione del settore idrico. Abbiamo confermato gran parte delle regole vigenti, per dare stabilità al sistema e affidamento agli investitori sul grado di maturità raggiunto dal settore nel suo complesso. Si deve tener conto, a riguardo, che servono 65 miliardi di euro di investimenti per nuove infrastrutture nei prossimi decenni, la gran parte concentrata nei prossimi anni. La bontà del nostro sistema si valuterà anche dalla capacità di effettuare questi investimenti. Già in questi primi quattro anni, con riferimento a circa due terzi della popolazione nazionale, la spesa per investimenti in infrastrutture idriche è passata da 961 milioni di euro nel 2012 a 1,49 miliardi di euro nel 2015 con un incremento complessivo del 55%, a fronte di un incremento medio della tariffa rispetto all’anno precedente, pari al 4,04% nel 2014 e al 4,46% nel 2015 per l’83% della popolazione nazionale.
Per completare il sistema regolatorio, abbiamo varato la cosiddetta convenzione tipo, cioè il contratto base su cui verranno definiti i rapporti fra ente pubblico concedente e impresa erogante il servizio idrico, nonché un sistema di qualità commerciale.
L’Autorità ha individuato una serie di indicatori consistenti in tempi massimi e standard minimi di qualità, omogenei sul territorio nazionale, per le prestazioni da assicurare al cittadino, determinando anche le modalità di registrazione, comunicazione e verifica dei dati relativi alle prestazioni fornite dai gestori su richiesta degli utenti.
Sulla parte di qualità continueremo a lavorare anche nei prossimi mesi, perché è essenziale che il servizio, reso a tutti i cittadini, migliori, sotto il profilo della qualità dell’acqua erogata e, più in generale, del servizio reso, ad esempio garantendo una fatturazione e misura dei consumi puntuali, una continuità del servizio, ecc.

Ormai da tempo si parla di un possibile trasferimento all’AEEGSI delle competenze di regolazione e controllo sul ciclo dei rifiuti. Cosa ne pensa? Quali benefici potrebbero esserci per il sistema?

Si tratta di una decisione politica del Legislatore e come tale non spetta a me esprimere opinioni su una scelta di questo tipo.
Sicuramente si può affermare, sulla base dell’esperienza maturata in questi anni da AEEGSI anche nel settore idrico, che un regolatore indipendente a livello centrale può aiutare a garantire l’accessibilità, la fruibilità e la diffusione omogenee sull’intero territorio nazionale di un servizio oltre che a fissare livelli adeguati di qualità nel rispetto dell’efficienza e della economicità della gestione. Per noi costituirebbe una sfida importante, e se saremo chiamati ad agire lo faremo con impegno e puntualità.

Marco Sonsini

Editoriale

7 novembre 2015, l’Istat consegna al Parlamento, in occasione delle audizioni sulla Legge di Stabilità, i dati del 2014 sulla situazione economica delle famiglie italiane. I dati non sono molto confortanti, infatti più di una famiglia su dieci è in difficoltà con i pagamenti relativi alla casa . Tre milioni di nuclei familiari che stentano a rispettare gli impegni sulle rate del mutuo, sull’affitto oppure sul pagamento delle utenze domestiche. Il peso delle bollette non è indifferente: in particolare, si legge nelle statistiche, il 10,2% delle famiglie si è trovata in ritardo con i pagamenti delle bollette per le utenze domestiche. Alcuni Comuni hanno affrontato la situazione in maniere più o meno creative. Un esempio per tutti è la città di Cremona, dove Padania Acque S.p.A., l’azienda che fornisce acqua ai 115 comuni della Provincia, ha lanciato l’iniziativa della “Banca dell’Acqua”, gestita da una fondazione Onlus, no profit, indipendente e autonoma. È stato messo in piedi un meccanismo grazie al quale chi non potrà permettersi di pagare le bollette dell’acqua si sdebiterà facendo lavori socialmente utili. In questo modo la società non chiuderà i rubinetti e la città trarrà beneficio dall’aiuto degli stessi cittadini. Di questo grande cruccio, e di tanti altri temi legati ai servizi delle cosiddette utility, parliamo con Alberto Biancardi, componente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e l’acqua. Biancardi ci chiarisce ruolo e competenze dell’Autorità. Ma non solo. Ci spiega bene quali siano le voci di una bolletta e quanto incidano da un lato oneri, imposte e accise, dall’altro il prezzo di mercato. Primo Piano Scala c ha approfittato di questa conversazione per scoprire come lo sviluppo delle rinnovabili abbia contribuito a modificare il sistema: il concetto di mercato della capacità ne è l’esempio più lampante. Espressione incomprensibile che Biancardi ci spiega in modo semplice e lineare. Alla portata di tutti noi. Come spiega, altrettanto chiaramente, le ultime iniziative dell’Autorità sul tema dell’acqua, che tanta polemica hanno sollevato proprio a fine 2015. Certo la tutela del consumatore è importante, ed è centrale nell’attività del regolatore. Ma altrettanto importante è fare in modo che attraverso la definizione di un quadro regolatorio stabile e armonizzato, si sia in grado di attrarre investimenti, e aumentare la concorrenza tra gli operatori e la sicurezza delle forniture. Due cose però non siamo riusciti a fargliele dire: cosa ne pensa del canone Rai in bolletta e se presto l’Autorità farà l’en plein occupandosi anche di rifiuti. Pazienza! Ci ha detto tanto altro.

Alberto Biancardi

Alberto Biancardi è, dal febbraio 2011 componente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico. Economista di formazione, ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali, a partire dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, l’Acquirente Unico, il Ministero dell’Industria e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. In quest’ultimo ambito, è stato coordinatore del NARS (il nucleo di consulenza che opera presso il CIPE sui temi regolatori dei servizi infrastrutturali a rete). È stato anche assistente del presidente sia di ENI che di ENEL. Dal marzo 2007 e fino all’attuale incarico, è stato Direttore Generale della Cassa conguaglio per il settore elettrico. Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Genova e Responsabile dell’Area energia e infrastrutture di AREL, Biancardi è autore di numerose pubblicazioni in materia di servizi pubblici e di regolazione economica. Il suo interesse per il settore dell’energia e del gas affonda nel passato, come dimostra la sua pubblicazione del 2005 “Liberi di scegliere? Mercati e regole nei settori dell’energia” nella quale, insieme a Fulvio Fontini, affronta le principali questioni aperte per definire in modo equilibrato l’apertura ai mercati di questi settori, mentre frutto dell’esperienza al NARS è il volume “L’eccezione e la regola. Tariffe, contratti e infrastrutture” pubblicato dal Mulino nel 2010.
Milanese, 54 anni, è sposato ed ha una figlia. Ama leggere, ed è un vero patito della corsa, magari accompagnato dai suoi cani. Non disdegna una grigliata accompagnata da un vino rosso di qualità, e, da quando passa buona parte del suo tempo a Roma, si è riacceso il tifo per la sua squadra di calcio del cuore: il Milan. Confessa di non perdersi nemmeno una partita sia allo stadio, o semplicemente soffrendo davanti al teleschermo.

Marco Sonsini