Lobby e salute. Quale ruolo hanno le associazioni?
Le associazioni di volontariato nel campo della salute fanno lobby? Si, certo. Ma dovrebbero farne di più e con maggiore consapevolezza. Mariella Palazzolo di Telos A&S ha tenuto una lezione su questo tema nel Corso di Alta Formazione nato dalla collaborazione tra l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) dell’Università Cattolica ed Europa Donna Italia.
Obiettivo del corso è aiutare i volontari che operano nei centri di senologia a far valere il proprio peso specifico, attraverso la rappresentazione degli interessi delle donne e dei loro familiari alle Istituzioni.
Nella lezione tenuta da Palazzolo è emerso che spesso chi si cimenta nel lobbying in campo sanitario inciampa in errori di valutazione, che rendono inutili gli sforzi profusi.
“Un classico malinteso è pensare che la politica sanitaria sia opera solo del Ministero della Salute. Non è così. Altri Ministeri possono avere un peso determinante nelle decisioni politiche. Tra questi il Ministero dell’Economia e delle Finanze, quello dello Sviluppo Economico e quello del Lavoro e delle politiche sociali” ha chiarito Mariella Palazzolo.
Il MEF, solo per fare un esempio, determina il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale e definisce cosa rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ossia di quali servizi i cittadini possono fruire gratuitamente o con il pagamento di un contributo, il famoso ticket. Inoltre, sempre il MEF, svolge una supervisione sulle Regioni in disavanzo e può decidere se chiudere i cordoni della borsa.
Ma non solo. I Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro prendono parte ai “tavoli”, sedi decisionali che indirettamente riguardano anche le politiche della Salute.
Tuttavia nel complesso scacchiere decisionale del sistema sanitario, può anche succedere che i Presidenti delle Regioni abbiano un peso maggiore dello stesso Ministro della Salute. Sono sempre le Regioni l’Istituzione principale nel settore della salute, a loro spettano le decisioni chiave sul territorio.
In questo contesto così sfaccettato, è indispensabile che le associazioni del terzo settore diventino, nella loro attività di lobby dei veri professionisti. Non è sufficiente, infatti, ottenere appuntamenti con i decisori politici per presentare l’associazione e le sue attività. È importante invece capire come i punti di forza di un’associazione possano essere valorizzati costruendo una solida e concreta proposta. Quindi, a meno che non si voglia una confortante ma inutile pacca sulla spalla, è opportuno organizzarsi per andare a proporre qualcosa che sia fattibile e che contenga un valore per l’istituzione alla quale viene presentata. Altrimenti si buttano soldi, tempo e speranze.
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