Senza élite non si governa: il complesso rapporto tra politica e alta burocrazia
È stata questa la conclusione del dibattito ‘Una questione di Stato. Politica e alta burocrazia’ organizzato da Telos A&S insieme alla Fondazione De Gasperi, che si è tenuto il 28 maggio nella Sala Igea dell’Istituto Treccani a Roma. Ospite d’onore Vito Cozzoli, Consigliere Capo Servizio della Camera dei Deputati che insieme a Lorenzo Malagola, segretario generale della Fondazione, e a Marco Sonsini, partner di Telos A&S, ha subito il fuoco di fila di domande di Flavia Trupia - PerLaRE, Associazione per la Retorica.
Quando si parla di alta burocrazia si pensa ad una delle posizioni più ambite nello staff presidenziale USA, quella di Capo di Gabinetto, il Chief of Staff. Un vecchio modo di dire alla Casa Bianca è "il personale fa la politica", nel senso che le scelte del Presidente nel formare la propria squadra sono un'azione politica di per sé stessa. In Francia, la burocrazia è un’élite amministrativa forte e anche socialmente riconosciuta: viene chiamata noblesse d’État - ha raccontato nella sua introduzione Mariella Palazzolo di Telos A&S. E in Italia?
I termini per definirla non sono lusinghieri. Ne citiamo uno per tutti: Mandarini di Stato. Eppure, come hanno sottolineato i relatori, anche se l’élite si compone di due categorie di persone, quelle sensibili al cambiamento e quelle orientate alla conservazione, la classe dirigente di un Paese è la sua linfa vitale. Alla politica che governa, si affianca, l’élite amministrativa, che presta la sua competenza tecnica secondo una chiara e riconoscibile distinzione dei ruoli e delle responsabilità. Bassanini docet. Una cosa è certa: oggi più di ieri si percepisce una grande diffidenza verso l’alta burocrazia. Una percezione negativa che il dibattito di ieri ha contribuito a sfatare!
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