I lobbisti sono brutti, cattivi e pericolosi? Ne abbiamo discusso al Circolo degli Esteri
In Italia si fa un gran parlare di “potenti lobby”, ma pochi sanno veramente come si svolge il mestiere del lobbista. Un pregiudizio radicato colloca i professionisti di questo settore in un’area opaca, caratterizzata dal tentativo di influenzare le decisioni della politica per favorire questa o quell’azienda. Non è così. Il lobbista professionista non lavora nell’ombra e non cerca di influenzare nessuno. Al contrario, rappresenta un interesse di un’organizzazione che le Istituzioni decideranno se prendere in considerazione oppure no. Abbiamo cercato di fare chiarezza su questo tema in una conversazione dal titolo “Brutti, cattivi e pericolosi. Fenomenologia del lobbismo”. Dopo la puntuale introduzione dell’Ambasciatore Umberto Vattani, i lobbisti Mariella Palazzolo e Marco Sonsini di Telos A&S hanno raccontato come si svolge la loro professione, cosa sono i gruppi di interesse e quali obiettivi perseguono. Il dialogo a più voci è stato condotto da Flavia Trupia di PerLaRe – Associazione Per La Retorica.
“In fondo anche la diplomazia esercita un’attività di lobbying a favore del proprio Paese. Non mancano significativi esempi citati nei libri di storia. Costantino Nigra, ambasciatore in Francia del Piemonte sabaudo, convinse Napoleone III a sostenere la causa dell'indipendenza italiana e ad appoggiare la partecipazione del suo esercito alla Guerra di Crimea; o, più recentemente, l’azione svolta dall’Ambasciatore Alberto Tarchiani a Washington, che nel dopoguerra orchestrò la campagna ‘Pace Giusta per l’Italia’. Anche il viaggio di De Gasperi a Washington nel 1947 può essere letto come il risultato di due anni di lobbying, sia in campo politico che economico” ha dichiarato l’ambasciatore Vattani.
“Noi lobbisti di oggi voliamo più in basso, ma su questa falsariga, si colloca il lavoro che un network di lobbisti del quale facciamo parte, su committenza dell’Islanda, ha svolto dal 2009 al 2012, per consentire al Paese di accedere all’Unione Europea. Peccato che nel 2013 il nuovo governo di Reykjavík decise di ritirare la candidatura” ha aggiunto Mariella Palazzolo di Telos A&S. “La nostra quotidianità però è molto più banale. Quello del lobbista è un lavoro da scrivania. Passiamo la gran parte del nostro tempo seduti davanti al computer. Un lavoro da secchioni” ha concluso Marco Sonsini.
L’incontro “Brutti, cattivi e pericolosi. Fenomenologia del lobbismo” rientra nella serie di attività che prende il nome di #LobbyNonOlet, ideata da Telos A&S nel 2017, con l’obiettivo di demolire i pregiudizi e correggere le informazioni sbagliate che ruotano intorno alla lobby e ai suoi protagonisti.
Il pubblico ha quindi scoperto che di lobby vera in Italia se ne fa troppo poca.
Un incontro che si è rivelato utile per chi non vuole arroccarsi su posizioni anacronistiche e preferisce sapere come stanno davvero le cose.
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